Ciao a tutti e benvenuti o bentornati nel mio blog!
Oggi continueremo a parlare di un argomento che abbiamo già discusso, gli articoli della lingua italiana, e nello specifico parleremo degli articoli indeterminativi.
Ma prima un piccolissimo ripasso.
Abbiamo detto che in italiano ci sono tre tipi di articoli:
- Gli articoli determinativi
- Gli articoli indeterminativi
- Gli articoli partitivi
E che tutti gli articoli hanno due cose in comune:
- Vanno posizionati prima del nome a cui si riferiscono
- Concordano con il genere (maschile o femminile) e il numero (singolare o plurale) del nome
Nel post precedente abbiamo parlato degli articoli determinativi (il/lo/la/i/gli/le), che sono quegli articoli che servono a indicare qualcosa di specifico oppure di già conosciuto dalla persona con cui stiamo parlando (se avete perso il post dedicato agli articoli determinativi potete trovarlo cliccando qui).
In questo post parleremo del loro opposto.
Mi spiego meglio.
La differenza tra articoli determinativi e indeterminativi
Se gli articoli determinativi servono ad indicare qualcosa di specifico e conosciuto gli articoli indeterminativi si usano, al contrario, per indicare qualcosa di generico, qualcosa di non definito che fa parte di un insieme più grande.
Esempio:
Passami una penna per favore.
In questo caso stiamo chiedendo una penna in generale, non importa che tipo di penna, oppure potrebbero esserci più penne tra cui scegliere (ecco l’insieme di cui vi parlavo) ma a noi non interessa quale riceveremo, basta che sia una penna.
Se invece diciamo Passami la penna per favore?
In questo caso stiamo chiedendo una penna specifica, probabilmente perché ce n’è una sola.
Naturalmente le eccezioni ed i casi “borderline” sono tanti e come sempre il miglior modo per imparare è la pratica, ma sono sicura che avere delle linee guida sia fondamentale per iniziare, quindi adesso vediamo gli articoli indeterminativi nel dettaglio.
Un & Una
Iniziamo subito con una buona notizia: gli articoli indeterminativi non hanno il plurale!
Esatto, infatti sono solo due: un per il maschile e una per il femminile.
Un uomo
Un uccello
Un cucchiaio
Un bacio
Una casa
Una chiesa
Una sedia
Una parola
Una, Un’ e Un: quando “cade” la A
Iniziamo con il femminile, la regola è facile: se la parola a cui ci riferiamo è femminile sceglieremo l’articolo una, ma se la parola (femminile) che segue una inizia con una vocale la A “cade” e al suo posto si mette l’apostrofo (‘), segno che serve a far vedere che c’era una vocale che adesso non c’è più.
Una ape → Un’ape
Una eccezione → Un’eccezione
Una amica → Un’amica
Come avrete già capito se la parola a cui ci riferiamo è maschile useremo Un.
Un cane
Un albero
Un coltello
Attenzione! L’apostrofo è più utile di quello che sembra. Infatti quando leggiamo, in alcuni casi, l’apostrofo può permetterci di capire se la parola che abbiamo davanti è maschile o femminile, ecco un esempio:
UN artista → uomo
UN’artista → donna
Vediamo un altro esempio. Se state parlando dell’assistente di qualcuno la presenza dell’apostrofo dipenderà dal genere della persona di cui stiamo parlando.
Ho chiamato lo studio medico ma ho parlato con un’assistente → ho parlato con una femmina
Ho conosciuto un assistente di volo alla festa di ieri → ho conosciuto un maschio
Veniamo ora alle cose più complicate.
Un, Uno: quando Un “prende” la O
Naturalmente ci sono delle eccezioni e in questo caso la principale eccezione riguarda l’articolo indeterminativo maschile un.
Ecco la regola: se la parola (maschile) inizia con una Z, una X, una S + consonante, una P + S (ps), una G + N (gn, come la ñ dello spagnolo), un diventa uno.
Si, avete capito bene, bisogna aggiungere una vocale.
Uno scoiattolo
Uno specchio
Uno psicologo
Uno gnocco
Uno zaino
Siete confusi? E’ più facile di quello che sembra.
Provate a dire ad alta voce un psicologo, un scoiattolo… sentite quanto è difficile da pronunciare, innaturale?
Quando siete in dubbio fate questa prova: pensate alla parola prima con un e poi con uno. Se vi serve parlate ad alta voce e vedete quale vi sembra più facile da pronunciare.
Ricordatevi che le lingue sono intelligenti: parlare è qualcosa di naturale e farlo deve essere semplice quindi spesso (ma non sempre) l’alternativa più facile sarà la scelta giusta :).
Un’ultima cosa prima di salutarci.
Avete notato che i suoni che fanno trasformare un in uno sono gli stessi che ci fanno scegliere quando usare lo al posto di il? Tenetelo a mente, sicuramente vi aiuterà :).
Anche per oggi abbiamo finito, spero che vi siate divertiti a scoprire un’altro pezzetto della mia lingua.
Un abbraccio e a presto!